Settore: Blog - Architettura - Energetico
27/06/2019

Caldo torrido? Ecco come gestire al meglio la tua casa

E’ il 26 giugno, sono le 10:30 di sera, è appena terminato un altro episodio della mia serie TV preferita ed io sono letteralmente incollato al divano. Mi infastidiscono perfino le giunture del mio stesso corpo; qualsiasi parte stia a contatto con un’altra di lì a poco diventa rovente.

Qualche rumore di TV lontana, ronzii di zanzare dietro la zanzariera, il cortile del palazzo sembra un grande soggiorno dove un po’ tutti condividiamo il disagio. Mi alzo per bere qualcosa e già che ci sono guardo il termometro: 29,8°C all’interno. Mi demoralizzo, prendo il termometro e lo porto fuori sul balcone: 29,8 °C. Mi demoralizzo nuovamente, forse ancora di più: perfetto equilibrio termico, il che implica possibilità di scambio tra interno ed esterno nulla, il che significa nessun moto convettivo, nessuna brezza, nulla, tutto piatto. Spero in un po’ di vento ma niente, mi dovrò preparare ad una notte impossibile.

Cosa chiedersi davanti allo specchio

Le vere domande da porsi sono: ho gestito al meglio la mia abitazione? Ho sfruttato le ore più fresche? Ho un edificio a bassa o alta inerzia termica? L’edificio è ben isolato o no? Come sono i serramenti?

Qualcuno mi dirà: ma come la fai lunga, è una banalissima casa ecco cos’è.

La verità è che nel tempo, anzi in particolare nell’ultimo mezzo secolo, ci siamo dimenticati di una serie di accortezze che potrebbero farci vivere in maniera molto migliore i nostri edifici, chiaramente con i limiti dettati dal modo in cui sono costruiti (per intenderci in un container di lamiera non aspettarti di poter stare bene in questi giorni). Un po’ come abbiamo perso la capacità di far di conto per la diffusione della calcolatrice, così abbiamo perso delle conoscenze di fisica tecnica acquisite nel tempo dai nostri nonni grazie all’esperienza a causa della diffusione capillare degli impianti.

L’esempio dell’edificio 2226 di Baumschlager Eberle

L’edificio 2226 dello studio di architettura Baumschlager Eberle è un esempio straordinario di come sia possibile gestire il clima e il comfort interno anche senza l’ausilio degli impianti. Ci troviamo a Lustenau, in Austria. Il nome dato all’opera già ne configura l’obiettivo: 22 gradi di temperatura minima d’inverno e 26 gradi di temperatura massima d’estate. Sì, hai capito bene, tutto senza impianti sfruttando solamente le proprietà dei materiali, la geometria dell’edificio e l’andamento della temperatura esterna.

Edificio 2226 . foto tratta dall’articolo “Edificio 2226” di DOMUS (Link: https://www.domusweb.it/it/notizie/2014/12/10/baumschlager_eberle2226.html)
Istruzioni per l’uso: come gestire la tua casa nei giorni di caldo torrido

Prima di tutto qualche cenno per capire come funzionano le cose. Dobbiamo pensare al nostro edificio come ad una spugna. Per semplificare, tanto più pesanti saranno le nostre pareti, tanto più spessa sarà la spugna, per cui tanto più calore riuscirà ad immagazzinare. Come tutte le spugne però bisogna stare attenti ad una cosa: una spugna non fa sparire l’acqua ma la immagazzina temporaneamente in attesa di restituirla sotto forma liquida o di vapore. Se l’ambiente intorno alla spugna sarà saturo di acqua e vapore allora esisterà un equilibrio tale da impedire alla spugna di cedere l’acqua che contiene. Dobbiamo ora trasferire questo concetto all’energia ed in particolare a quella termica.

Per capire immediatamente il concetto prova a pensare alle chiese, o alle cantine o garage in cemento armato. Perchè sono sempre luoghi freschi? (Ah, parlo di chiese antiche benfatte, non di scatoloni della seconda metà del 900…) La capacità termica delle grosse pareti in sassi o cemento armato consente un’enorme capacità di accumulo di energia che trasla la cessione della quantità accumulata ad un periodo della giornata ove l’esterno è più fresco garantendo quindi il mantenimento di una temperatura interna molto più bassa di quella esterna.

Da ciò si può capire come alla base di tutto siano 2 i grandi mantra da ripetersi:

  1. Bisogna fare entrare in casa la minor quantità di energia termica.
  2. Bisogna fare in modo che nelle ore più fresche, l’energia entrata possa essere smaltita dalle murature.

Tutto ciò va ovviamente rapportato al nostro edificio. Come ho detto prima mi spiace, ma se vivi in una casa fatta di lamiera o di semplici tavole legno le tue speranze si riducono all’uso del climatizzatore con grande dispiacere per il nostro pianeta (sempre che tu non abbia un impianto fotovoltaico e quindi energia “pulita” gratis, anche se poi dovremmo comunque discutere del comfort, che non dipende meramente dalla temperatura dell’aria).

PRIMO MANTRA: Bisogna fare entrare la minor quantità di energia termica possibile in casa.

Tanto più vero quanto più isolato è il nostro edificio. Infatti i problemi di surriscaldamento riguardano specialmente gli edifici molto isolati se gestiti male poichè diventano delle vere e proprie prigioni di calore non riuscendo a far fuoriuscire il caldo entrato attraverso le pareti isolate. Questo mantra lo dobbiamo mettere in pratica secondo un duplice aspetto: aria calda e Sole. Ciò significa che dobbiamo tenere fuori da casa nostra l’aria esterna, se la sua temperatura è superiore a quella interna e l’energia Solare schermandone l’ingresso con tapparelle, lamelle, frangisole, tende (esclusivamente ESTERNE mi raccomando).

SECONDO MANTRA: Bisogna fare in modo che nelle ore più fresche, l’energia entrata durante la giornata possa essere ceduta all’ambiente esterno.

Hai appena scoperto il cosiddetto FREE COOLING (letteralmente: raffrescamento gratuito). Questo processo sfrutta il ritardo (tecnicamente detto sfasamento termico) dell’effetto spugna dato dall’inerzia termica dei materiali per spostare il picco di calore nel momento in cui esso possa essere ceduto ad aria a temperatura inferiore. Ciò significa che non appena noteremo che la temperatura esterna diviene inferiore di quella interna, sarà opportuno scambiare più aria possibile con l’esterno aprendo le finestre così da permettere agli elementi edilizi di cedere il calore accumulato che potrà così fuoriuscire dalla casa. Ne consegue che un’ottima soluzione può essere quella di piazzare in quel momento un ventilatore all’esterno che spinga verso l’interno della casa l’aria più fresca ottimizzando questo scambio.

E’ chiaro: se fuori vi sono 40°C costanti anche di notte la cosa non funziona, ma a parte qualche giornata eccezionale questa cosa non si verifica. Ma niente paura, ove vi sono 40°C costanti esistono altri modi passivi per raffrescare l’aria in ingresso per esempio sfruttando il calore latente di evaporazione dell’acqua, o l’infinita capacità termica del terreno (con temperatura costante a 15°C circa sotto una certa profondità), ma questo argomento è degno di mille articoli a parte poichè iniziamo a parlare di conoscenze di architettura bioclimatica straordinarie soprattutto nel mondo arabo e nelle civiltà da esso influenzate (compreso il nostro sud Italia).

E se tutto ciò potesse essere automatizzato? La Ventilazione Meccanica Controllata e la gestione smart del Sole.

Avrai capito che tutte queste accortezze possono essere messe in atto in maniera attiva dal singolo abitante, ma siccome abitiamo nel XXI secolo è chiaro che tali strategie possono essere automatizzate e ottimizzate dalla tecnologia.

Per quanto riguarda l’ottimizzazione dello scambio termico tra aria interna ed esterna a venirci in soccorso è la VMC: sintetizzando al massimo, la VMC, acronimo di Ventilazione Meccanica Controllata, è un ventilatore molto intelligente, distribuito scientemente nella casa, capace di sapere quando innescare lo scambio d’aria per ottimizzare il freecooling misurando le temperature interne ed esterne. Tale macchina non solo può immettere ed espellere aria ma anche operarne una deumidificazione così da incrementare ulteriormente le condizioni di comfort indoor. Naturalmente i vantaggi sono anche altri come la purificazione dell’aria e, d’inverno, la capacità di lavaggio degli ambienti espellendo aria viziata scambiando indirettamente il suo calore con la nuova aria in ingresso con un non trascurabile risparmio economico. Quando parliamo di VMC occorre però sempre e solo pensare al comfort più che al risparmio poichè i costi non sono ancora capaci di garantire un ritorno dell’investimento in tempi accettabili. Parliamo di c.a. 1000 €/stanza. Ma della VMC e dei suoi benefici te ne parlerò in un articolo dedicato.

Per quanto riguarda la gestione dell’energia del Sole in ingresso potremmo essere aiutati dalla tecnologia tramite l’uso della domotica che, per mezzo si sonde climatiche come il solarimetro, diviene in grado di automatizzare e ottimizzare le schermature mobili delle singole finestre impedendo il passaggio della radiazione solare all’interno degli ambienti per esempio quando noi siamo fuoricasa. Anche della home automation vale la pena parlarne in un articolo separato per approfondirne potenzialità e aspetti.

Bene, spero di averti aiutato un pochino a sopravvivere meglio in queste giornate caldissime, sapere come funziona nel dettaglio la propria auto aiuta ad ottimizzarne la guida ed essere un po’ più sicuri.

Al prossimo articolo!

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