S. Stefano in Grum è una piccola chiesa rurale edificata in tempi antichissimi e databile all'epoca longobarda anteriormente all'anno mille. La prima data certa risale al 1320, dall’iscrizione in cifre arabe, ritrovata negli strati più antichi di intonaco.
La costruzione si trova nella “piazza” del piccolo abitato ubicato lungo uno dei possibili tracciati della via Claudia Augusta Altinate e del più “moderno” cammino delle Dolomiti. L'edificio si fa notare subito per la sua posizione baricentrica rispetto al borgo che sembra essere cresciuto attorno a questo edificio.
Il fabbricato, nella sua immagine odierna, si compone di un corpo principale formato da aula e abside con coperture di dimensioni e quote differenti ed un piccolissimo corpo laterale sul lato sud ad uso sagrestia e di epoca cinquecentesca.
L'edificio misura oggi c.a. 15,5m di lunghezza e 6,5m di larghezza (due terzi la navata, un terzo l'abside) per un'altezza di c.a 7,5m (colmo). Le recenti analisi sembrano documentare che il disegno originario della chiesa non ha subito nel tempo sostanziali mutamenti se non dei lievi cambi di assetto di alcune aperture e dei rimaneggiamenti interni di intonaci, pavimentazioni e decorazioni in special modo nei pressi dell'altare (tutte modifiche antecedenti al 1851).
Il progetto si inserisce all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e quindi oggetto di finanziamento nell’ambito della MISSIONE 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” – COMPONENTE 3 Cultura 4.0 (M1C3) – MISURA 2 “Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale, religioso e rurale” – INVESTIMENTO 2.2: “Protezione e valorizzazione dell’architettura del paesaggio rurale.
Le condizioni conservative del fabbricato hanno richiesto un risanamento conservativo complessivo che ha coinvolto sia le strutture che le finiture. Per garantire il rispetto della storicità della chiesa sono stati usati materiali e tecnologie altamente compatibili come malte di calce ed elementi antichi di recupero.
L'operazione ha coinvolto il rifacimento del manto di copertura principale e della sottostruttura lignea, con l'asportazione e riutilizzo dei coppi esistenti poggiati su nuovi elementi in laterizio bicoppo che garantiscono un sistema nuovo e più sicuro di copertura mantenendo l’aspetto antico dei vecchi tetti di una volta. La sagrestia ha subito un processo simile, con la sostituzione dei coppi ammalorati e delle sottostrutture portanti. La facciata principale è stata restaurata con la sostituzione dei coppi sommitali danneggiati. Sono state inoltre previste nuove scossaline in rame a protezione dei punti di intersezione tra le coperture e le strutture verticali. Il campaniletto crollato è stato fedelmente ripristinato con nuove tecnologie, consolidando le murature con un sistema innovativo a fasciature strutturali sotto intonaco che hanno coinvolto anche le strutture perimetrali di navata e abside. La facciata di ingresso è stata sottoposta a un risanamento completo, inclusa la pulizia, il reintegro dell'intonaco mancante e il consolidamento generale. Il soffitto della navata principale infine ha ricevuto un trattamento risanante e protettivo nei punti più ammalorati.
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Orari
Lun-Ven 09.00-13.00 | 14.30-18.30