L’edificio esistente ad origine del progetto si presentava come un complesso residenziale e agricolo privo di particolari caratteri architettonici o testimonianze storiche rilevanti. Collocato in un ambito agricolo isolato, l'edificio era circondato da terreni coltivati a vigna, e da costruzioni distanti e appartenenti a periodi più recenti, senza tracce della tradizione architettonica locale. L’immobile, databile alla prima metà del Novecento, aveva subito molteplici interventi nel tempo che avevano alterato la sua conformazione originale, rendendolo un insieme disordinato e frammentato. Inoltre, le pessime condizioni di conservazione e i problemi strutturali legati a infiltrazioni e cedimenti ne rendevano insostenibile una ristrutturazione tradizionale, facendo emergere la demolizione e ricostruzione come soluzione ottimale.
Il progetto si è posto come obiettivo la ricostruzione dell’edificio con una nuova volumetria, rispettando il contesto agricolo e naturale circostante. La villa è stata riorganizzata mantenendo la destinazione residenziale e reinterpretando in chiave contemporanea i tratti essenziali dell’architettura rurale, con materiali compatibili ma innovativi. Il nuovo volume è stato orientato secondo la direzione dei filari di vite presenti attraverso una leggera rotazione a favore del paesaggio, accentuando così il dialogo armonioso tra la costruzione e il paesaggio agricolo. Questo orientamento ha consentito di valorizzare la vista sul vigneto e di integrarlo così visivamente negli spazi abitativi attraverso ampie vetrate.
La necessità di integrare la vista verso le montagne a nord, unita a quella di sfruttare l’energia gratuita del Sole a sud ha dato vita alla necessità di pensare ad un continuo gioco di affacci e ad una abitazione continuamente permeabile agli sguardi.
L’approccio progettuale si è diretto verso la frammentazione del volume principale per ridurre il suo impatto sul paesaggio e favorire la relazione tra l’architettura e la generosa natura circostante. Un grande albero, collocato al centro dell’abitazione, che si arretra e piega per accoglierlo in essa, diventa l’elemento naturale attorno a cui si sviluppano gli spazi abitativi, fungendo da perno visivo e contemporaneamente da elemento di controllo solare e ombreggiamento per le grandi vetrate rivolte a sud; l’ambiente naturale entra in contatto diretto con gli spazi abitativi dissolvendo il limite tra interno ed esterno. Ad accentuare ulteriormente questo concetto vi è la grande vetrata a ovest che, scorrendo, sparisce completamente all’interno della muratura fondendo lo spazio del grande portico a doppia altezza con lo spazio del soggiorno. A sud, unitamente a delle viti rampicanti, una grande pergola ombreggia la vetrata generando un ulteriore spazio esterno e un ulteriore ambito da abitare; la vigna si impossessa di una porzione del fabbricato riducendo ulteriormente le distanze tra spazio costruito e ambiente naturale.
Il corpo principale della villa è stato affiancato da un secondo volume di dimensioni ridotte che ha ospitato locali accessori e un garage comune per tre posti auto, separato dal corpo principale tramite una terrazza. Questa scelta architettonica è stata fatta con l’obiettivo di frammentare ulteriormente la volumetria e ridurre l’impatto visivo della costruzione, mantenendo comunque la continuità formale con l’edificio principale.
Per risolvere i problemi di drenaggio e garantire un corretto deflusso delle acque piovane, il progetto ha previsto di mantenere la quota più elevata del terreno, sulla base della medesima scelta fatta in passato sull’edificio originario permettendo così di evitare ristagni e umidità nelle aree circostanti l’edificio. Il sistema costruttivo scelto si è basato sulla tecnologia a telaio in legno disassemblabile, rispondendo così alle esigenze di sostenibilità e di efficientamento energetico, in linea con gli standard per edifici a energia quasi zero (NZEB).
L'intervento si è basato sulla ricomposizione volumetrica originaria, riproponendo un volume allungato molto simile a quello preesistente ancorché più basso, ma ancor più si è basato sulla valorizzazione dell’integrazione tra l’architettura e il paesaggio agricolo, sottolineando l’importanza del rapporto tra l’edificio e la natura. L’uso di pergolati e frangisole e la calibrazione dell’involucro tramite la simulazione dell’irraggiamento solare ha permesso di trovare il giusto compromesso tra l’efficientamento energetico e gli altri valori perseguiti, contribuendo a rendere il progetto un esempio di fusione tra elementi naturali e costruiti, mantenendo un forte legame con l’ambiente circostante oltre che rispettando i principi di sostenibilità ambientale.
Via L. Alpago Novello 17/A
32100 – Belluno (BL)
[+39] 351 6477465
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Orari
Lun-Ven 09.00-13.00 | 14.30-18.30